
Patologie: Capsulite Adesiva
Capsulite Adesiva - Fisio Mcm
CAPSULITE ADESIVA
La capsulite adesiva, chiamata anche spalla congelata o frozen shoulder è una patologia della spalla caratterizzata dal dolore con perdita graduale della funzione articolare. Può essere preceduta da un trauma, ma anche spesso, gradatamente senza causa specifica.
Come sappiamo, la capsula rappresenta un sacco a contenuto liquido che circonda l’articolazione lubrificandola. Nella capsulite adesiva l’infiammazione fa perdere il normale volume della capsula articolare e porta all’irrigidimento della stessa con perdita di movimento dolorosa.
La causa della capsulite adesiva è ancora un mistero. Il grado di dolore e disabilità causato da una capsulite idiopatica è molto variabile dipendendo dallo stadio della malattia. Dati retrospettivi tendono a dimostrare che i pazienti sopportano abbastanza bene senza dolore la contrattura gleno-omerale. Tuttavia, la maggior parte della disabilità è provata durante le prime due fasi dolorose della malattia (l’iniziale fase dolorosa, la seguente fase di congelamento). Per un lavoratore manuale, un episodio di FS monolaterale può ben significare una prolungata assenza dal lavoro, usualmente per un periodo di almeno 1-3 anni. Un lavoratore sedentario può essere in grado di continuare il lavoro per tutto il periodo della malattia, usando particolari cautele per potercela fare con il dolore senza disagi. Queste cautele devono includere medicamenti analgesici, un corretto uso di infiltrazioni, una fisioterapia antalgica, ed un’appropriata sistemazione ergonomia della stazione di lavoro. I pazienti con capsulite severa bilaterale non hanno possibilità di un’ attività normale o di un lavoro. La perdita del ROM combinata in flessione anteriore e rotazione interna deve portare i pazienti con capsulite ad una difficoltà o impossibilità a compiere alcune normali attività quotidiane (lavarsi, andare al bagno, vestirsi, guidare, allacciarsi la cintura). La diminuzione dei movimenti combinati di abduzione e rotazione esterna rende impossibile ai pazienti la possibilità di pettinarsi i capelli ed arrivare alle cinture di sicurezza. I pazienti hanno bisogno di essere informati che la progressione del dolore e della disabilità che segue il trattamento della capsulite di solito viene misurata in mesi, non in giorni o settimane. Solitamente il 60% degli individui con capsulite alla fine della malattia hanno alcuni gradi di residua permanente contrattura, che alcune volte crea prolungate difficoltà per reintegrarsi nel posto di lavoro od addirittura cambiarlo. La capsulite colpisce le donne più frequentemente degli uomini. Spesso la menopausa viene citata come una causa importante nelle donne, sebbene gli studi di Lundberg sembrano aver escluso questa ipotesi dimostrando l’età come maggiore fattore predittivo.
I pazienti con capsulite si lamentano tipicamente di un inizio progressivo del dolore che data parecchie settimane. I pazienti riferiscono di solito un dolore iniziale come dolore notturno o dolore che è associato con molti movimenti diminuiti della spalla (pettinandosi i capelli, portando sopra la testa le cinture per attaccarle, mettendo la mano nella tasca posteriore). Il dolore quindi progredisce fino ad un dolore costante che spesso viene aggravato da alcuni movimenti della spalla, stress psicologici, esposizione al freddo o alle vibrazioni, e cambio del tempo.
TERAPIA
I trattamenti fisioterapici sono una parte fondamentale per aiutarvi al recupero della funzione articolare della vostra spalla. I trattamenti sono diretti al rilassamento dei gruppi muscolari prima, facendo stretching della capsula e dei tessuti muscolari della spalla. Ci sarà bisogno di fisioterapia almeno prima di un recupero discreto dell’articolarità e della funzione. Può essere utile in questa fase una o due infiltrazioni di cortisone e di un anestetico ad azione ritardata, come la lidocaine, per tenere l’infiammazione sotto controllo. Controllando l’infiammazione, migliora il dolore, rendendo più efficace il programma stetching. In alcuni casi, può aiutare iniettare cortisone ed anestetico ad azione ritardata giusto prima della sessione di stretching Questo aiuta il terapista a forzare manualmente le aderenze sotto l’effetto dell’anestetico.